Nei giorni scorsi ho cambiato il disco al mio portatile e,
inebriato dalla disponibilità di tanti gigabyte “freschi”,
mi sono posto il problema di cosa installarci sopra. Orbene, la
scelta di windows (XP) è d'obbligo, soprattutto per l'uso
aziendale, ma il vero interesse era nel poter finalmente installare
una distribuzione di Linux senza dovermi comprimere in 1 o 2 GB che
avevo liberi precedentemente.
Btw ho scelto ubuntu, ma non
importa questo, piuttosto mi sono chiesto:ma perché? Quali
sono le motivazioni “vere” per cui tendo a privilegiare
la piattaforma Linux per il mio lavoro quotidiano?
Molte risposte
Le risposte sono molte: la piattaforma offre maggior “controllo”
sulla configurazione, generalmente è più sicura....
Basta girare per i forum, siti, ecc per trovare moltissimi argomenti
in proposito.
Ma, analizzando queste risposte, non mi sento soddisfatto....
Analizziamo i fatti
Cerco allora di “calarmi nel contesto”, come si dice:
l'efficenza è comparabile: il mio portatile è
un modello piuttosto vecchio, con un processore a 700 Mhz, eppure
tutti e due i sistemi operativi offrono prestazioni paragonabili ed
assolutamente soddisfacenti. NON E' UN MOTIVO
Licenze: non ho – in teoria – questo tipo di
problema; essendo un utente aziendale, ho tutta la dotazione
software che serve su Windows, con regolare licenza. Molti dei
prodotti che adotto sono con licenza d'uso libera (GPL o altro), ma
sono disponibili anche su Windows. NON E' UN MOTIVO
Standard aziendali: lo standard è Windows, per cui ho
più problemi (almeno teoricamente) ad usare Linux. NON E' UN
MOTIVO
Sicurezza: tengo un livello di sicurezza abbastanza alto
sotto Windows, patch, antivirus, antispyware sono aggiornati
quotidianamente, credo che il livello di sicurezza sia comparabile.
NON E' UN MOTIVO
Maledizione, non ho ancora trovato un motivo, ma intanto vi
racconto qualcosa.
Facilità di installazione
Generalmente Windows si installa “da solo”: si mette
il CD, qualche rispostina, e va tutto liscio come l'olio. Idem per
Office e gli altri programmi: in genere si confermano i default, e va
tutto.
Linux era tradizionalmente più ostico: parametri, kernel,
settaggi specifici per l'hardware.
Invece devo dire che (complice probabilmente la modernità
della distribuzione scelta e la relativa vetustà
dell'hardware) anche ubuntu è andato liscio come l'olio,
facendo praticamente tutto da solo.
I dolori sono arrivati nel post-installazione: Windows vuole un
codice di attivazione, che si
può ottenere via internet, ma – ahimé – il
numero di serie che gli ho passato non andava bene per qualche
motivo, per cui ho dovuto chiamare il call center: lunga sequenza di
operazioni al telefono, digitando una sequenza infinita di numeri che
il mio PC mi proponeva... alla fine la voce metallica mi dice che
devo parlare con un operatore... un po' di attesa, poi un altro
messaggio: “spiacenti, il sistema è in manutenzione,
provi più tardi, grazie per aver chiamato Microsoft”.
Ci ho riprovato al pomeriggio, altra
sequenza infinita di numeri, poi l'operatore mi ha dato (finalmente)
un'altra sequenza infinita di numeri da digitare, ed infine il mio
Windows si “è attivato”, facendomi sentire un po'
meno “illegale”. Naturalmente l'operatore – pur nel
rispetto del mio anonimato – mi ha chiesto perché
chiedevo il codice, se ero sicuro che non stavo installando Windows
su due PC, ecc.
Poi sono passato ad installare Office:
il CD aveva un problema (probabilmente era vecchiotto e graffiato), e
l'installazione si è interrotta. Beh, non è un
problema, annullo l'installazione e chiedo al CED un CD buono. Tutto
semplice, peccato che l'”annullamento aveva creato danni
irreparabili nel “registry” (l'oggetto misterioso dove
Windows tiene la maggior parte dei suoi moltissimi parametri di
configurazione), per cui il programma di installazione non funzionava
più.
Non c'è stato verso di uscirne
fuori: ho dovuto reinstallare Windows, altra telefonata, altre serie
infinite di codici e domande in tono sospettoso. Alla fine ho
incrociato le dita, messo su il CD di Office e – beh era
prevedibile – è andato tutto liscio.
Installo altri programmi che mi
servono, e finalmente, rilassato, inizio a scrivere un memo. GUAI!
Dopo pochi secondi mi compare una finestra minacciosa, che mi avvisa
che ANCHE Office deve essere attivato, se no, dopo qualche
operazione, non funzionerà PIU'. Altre telefonate, ecc., vi
risparmio il giro. Comunque – per sicurezza – ho
installato Open Office, che funziona benissimo ed almeno non mi manda
messaggi minacciosi.
Il
risultato? Sono riuscito ad “operare”
su Windows dopo circa 12 ore, su Linux? Due ore (compresa
l'installazione del software “aggiuntivo” ch mi serviva).
Sicuramente Microsoft ha tutti i
sacrosanti diritti di difendersi dalla pirateria, ma sicuramente mi
ha fatto pagare un “prezzo” eccessivo. Questo E' UN
MOTIVO.
Allora?
Scavando ancora nelle motivazioni, cosa trovo?
Varietà. Non so voi, ma io ho la sensazione che
Windows sia un sistema “ingabbiato”. L'offerta è
assolutamente monolitica e l'evoluzione della piattaforma avviene
con logiche e tempi puramente commerciali. Su Linux posso scegliere
fra tante distribuzioni, scegliere fra vari ambienti desktop
(esempio GNOME e KDE e tanti altri nuovi), e – per ogni
funzione – sicuramente trovo diversi programmi che me la
eseguono. Il tutto è dispersivo, ma da all'utente la
sensazione (ed anche la possibilità reale) di personalizzare
l'ambente di lavoro sulle sue esigenze; e per personalizzare non
intendo scegliere lo sfondo o i caratteri, dico proprio
PERSONALIZZARE.
Velocità. E' vero che in azienda non ho problemi ad
acquistare un software che mi serve, ma è anche vero che si
tratta comunque di una spesa che devo far autorizzare e di cui sono
“responsabile”: se il software non fornisce i risultati
che mi attendevo, i soldi sono buttati. Su Linux cerco, scarico, ed
in 10 minuti sto provando il nuovo software; se non va, lo
cancello. Ed il tempo è denaro (in aggiunta a quello
risparmiato con le licenze).
La community. E' inutile dirlo, per Linux è
vastissima, pure troppo. Fra newsgroups, FAQ, canali IRC, siti web,
c'è l'imbarazzo della scelta: basta un po' di pazienza e
trovo SEMPRE qualcuno che ha avuto il mio stesso problema e l'ha
risolto. Anche Microsoft ha reso il suo sito sempre più
completo sul fronte della documentazione, e ci sono molti siti
paralleli che offrono risposte, ma ancora non c'è paragone.
Nostalgia. E questa che c'entra? Beh, io all'Università
ho studiato su Unix, ci ho fatto la tesi, e su Linux ho ritrovato
gli stessi comandi, la stessa filosofia di sistema... nostalgia,
si.
Libertà e controllo. comunque è un fattore
importante; su Linux, basta dotarsi di un po' di pazienza, e si
riesce a capire esattamente COSA succede e PERCHE' nel proprio
sistema, ed è anche possibile intervenire liberamente. Su
Windows è .... leggermente .... più difficile. Se si
usa come una potente macchina da scrivere, questo on è un
problema, per chi fa qualcosa di un po' più “variegato”
potrebbe diventarlo. E poi, quello che si riesce a fare con le
piccole “file utilities” di Linux come sed, grep, wc,
awk, tail, ecc. è spettacolare!
Alla fine
Non pretendo di dare lezioni, ho solo svolto qualche
considerazione da “utente indipendente”. Certo che se si
proietta questo nell'ottica aziendale di chi deve mantenere un parco
PC le cose cambiano. Ma è un altro discorso, che mi riservo di
riprendere in futuro.